venerdì 18 marzo 2016

Maliziosamente... sulla stampa

Flano per l'uscita a Torino (3 ottobre 1974)

Come abbiamo già visto, Maliziosamente uscì in Italia con ben cinque anni di ritardo, approdando in sala a partire dall'estate 1974. Questa circostanza finì inevitabilmente per falsare la prospettiva storica con cui il film fu accolto dal nostro pubblico, tanto più che gli stessi distributori lo presentarono come un epigono di Emmanuelle (film in realtà posteriore rispetto a Maliziosamente).
Una confusione rispecchiata anche nella pigrizia con cui la nostra critica (non) si occupò del film. Fra le poche recensioni, merita un cenno almeno quella apparsa il 16 marzo 1975 su "L'Unità" di Roma, in cui il futuro regista David Grieco individua correttamente gli echi di Godard, Warhol e Polanski, etichettando però il film con la formula quantomeno ambigua di "fumetto pornografico pensante". Nonostante il giudizio tiepido, la lettura in chiave psicoanalitica proposta da Grieco resta comunque senz'altro interessante: "Nella sua sontuosa garçonnière parigina, uno scapolo d'oro di nome Michel (Daniel Vigo) accumula piatti sporchi e frustrazioni. Ha bisogno di una balia. All'inserzione sul giornale risponde Giselle [sic], fragile ragazza di campagna dalle mosse e dai sentimenti tutt'altro che matronali. Michel non sa nascondere un certo disappunto, ma è tuttavia affascinato dall'ingenuità della giovane e la tiene con sé. Dopo i primi approci molto formali, questo vitellone introverso che ha la smania di sentirsi trascurato sottoporrà Giselle (Nathalie Vernier) a un martirio agrodolce: la fanciulla sarà la sua schiava, amante e sorella al contempo nell'amore e nell'odio. Il difetto più evidente va trovato nell'assenza della figura materna che angustia i due personaggi edipici: il disperato rimpianto del grembo tormenta infatti la vicenda sino all'epilogo, come ben due registi (Paul Collet e Pierre Drouot) avevano astutamente previsto".

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